L'orientamento di riferimento adottato in seduta è psicodinamico. Con questo si vuol innanzi tutto far riferimento a un approccio che mette al centro il Soggetto attraverso l'uso della parola e l'ascolto.
Un ascolto unico, speciale, che il paziente non troverà in nessun altro posto perché proprio della seduta psicologica.
Cosa significa questo?
Si lavora con il dire del paziente. E lo si fa perché è l'unico mezzo d’accesso alla sua realtà psichica. È proprio da qui che deriva il potere curativo della parola della quale già più di un secolo fa parlava Freud e oggi in diversa forma ritroviamo in approcci teorici molto diversi tra loro: dal cognitivo-comportamentale alla psicoanalisi.
Si tratta di riporre fiducia su qualcuno, su un professionista, che ascolta senza porsi nella posizione di giudice. Facendo ciò il risultato non è solo quello di alleviare le sofferenze ma si permette al soggetto di aprire a una relazione più veritiera con se stesso e con gli altri.
Come si procede?
Dopo gli incontri iniziali, che possono portare o meno a un’identificazione diagnostica chiara e a un’indicazione terapeutica, il paziente è invitato ad utilizzare un metodo particolare di comunicazione che è l’associazione libera. Questa offrirà al terapeuta e al paziente un accesso privilegiato per osservare, e più avanti comprendere, gli aspetti sconosciuti della personalità del paziente.
Tale metodologia, apparentemente semplice, consiste nel far sì che il paziente dica qualsiasi cosa gli passi per la testa sebbene apparentemente irrilevante, assurda, incoerente, vergognosa, offensiva o banale.
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Perché le associazioni libere?
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Quando un paziente adulto consulta uno psicologo è perché, nella maggior parte dei casi, è accaduto o sta accadendo qualcosa di doloroso sotto il profilo emotivo. Qualcosa che non può risolvere da solo e che tanto meno comprende e può cambiare. Cioè, sente quale sia l’oggetto di cosa capita ma non riesce a darne una dimensione soggettiva. In altri termini potremmo dire che si sente vittima di se stesso e quindi non padrone di sé. Ciò è dovuto a ciò che gli capita e le ragioni di questi eventi è inconscia. Per poter modificare tale stato di cose è necessario far emergere ciò che è rimosso, sconosciuto e lavorare su questo materiale.
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Accesso all'inconscio
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Se provassimo a immaginare un modello molto schematico, e certamente esageratamente riduttivo, della mente potremmo separare due zone: conscia e inconscia. Ciò che appare nella superficie della mente sarà un misto di impressioni sensoriali, immagini, proto-idee, affetti, ricordi e fantasie. Nella vita di tutti i giorni, nei rapporti con gli altri, tendiamo ad organizzare tutto ciò in un codice condiviso con gli altri che ci permette di comunicare e scambiare informazione. Tutto ciò che non serve è eliminato. L’associazione libera consiste in non scartare, editare o organizzare ciò che appare nella superficie della mente. Arrivare a comunicare in seduta questi elementi è fondamentale perché si tratta del materiale più vicino all’inconscio di cui dispone il paziente.
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Il lavoro
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Partendo da queste informazioni i terapeuta e il paziente lavoreranno insieme affinché quest’ultimo sviluppi una comprensione emotiva e non solo intellettuale riguardo le sue difficoltà. Lo sforzo di comprendere ciò che gli capita, in tutta la sua complessità, fornirà al paziente migliori possibilità per modificare i sintomi che prima non comprendeva è incrementerà la capacità per operare i cambiamenti che considererà benefici per la sua vita.
Un ascolto unico, speciale, che il paziente non troverà in nessun altro posto perché proprio della seduta psicologica.
Cosa significa questo?
Si lavora con il dire del paziente. E lo si fa perché è l'unico mezzo d’accesso alla sua realtà psichica. È proprio da qui che deriva il potere curativo della parola della quale già più di un secolo fa parlava Freud e oggi in diversa forma ritroviamo in approcci teorici molto diversi tra loro: dal cognitivo-comportamentale alla psicoanalisi.
Si tratta di riporre fiducia su qualcuno, su un professionista, che ascolta senza porsi nella posizione di giudice. Facendo ciò il risultato non è solo quello di alleviare le sofferenze ma si permette al soggetto di aprire a una relazione più veritiera con se stesso e con gli altri.
Come si procede?
Dopo gli incontri iniziali, che possono portare o meno a un’identificazione diagnostica chiara e a un’indicazione terapeutica, il paziente è invitato ad utilizzare un metodo particolare di comunicazione che è l’associazione libera. Questa offrirà al terapeuta e al paziente un accesso privilegiato per osservare, e più avanti comprendere, gli aspetti sconosciuti della personalità del paziente.
Tale metodologia, apparentemente semplice, consiste nel far sì che il paziente dica qualsiasi cosa gli passi per la testa sebbene apparentemente irrilevante, assurda, incoerente, vergognosa, offensiva o banale.
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Perché le associazioni libere?
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Quando un paziente adulto consulta uno psicologo è perché, nella maggior parte dei casi, è accaduto o sta accadendo qualcosa di doloroso sotto il profilo emotivo. Qualcosa che non può risolvere da solo e che tanto meno comprende e può cambiare. Cioè, sente quale sia l’oggetto di cosa capita ma non riesce a darne una dimensione soggettiva. In altri termini potremmo dire che si sente vittima di se stesso e quindi non padrone di sé. Ciò è dovuto a ciò che gli capita e le ragioni di questi eventi è inconscia. Per poter modificare tale stato di cose è necessario far emergere ciò che è rimosso, sconosciuto e lavorare su questo materiale.
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Accesso all'inconscio
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Se provassimo a immaginare un modello molto schematico, e certamente esageratamente riduttivo, della mente potremmo separare due zone: conscia e inconscia. Ciò che appare nella superficie della mente sarà un misto di impressioni sensoriali, immagini, proto-idee, affetti, ricordi e fantasie. Nella vita di tutti i giorni, nei rapporti con gli altri, tendiamo ad organizzare tutto ciò in un codice condiviso con gli altri che ci permette di comunicare e scambiare informazione. Tutto ciò che non serve è eliminato. L’associazione libera consiste in non scartare, editare o organizzare ciò che appare nella superficie della mente. Arrivare a comunicare in seduta questi elementi è fondamentale perché si tratta del materiale più vicino all’inconscio di cui dispone il paziente.
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Il lavoro
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Partendo da queste informazioni i terapeuta e il paziente lavoreranno insieme affinché quest’ultimo sviluppi una comprensione emotiva e non solo intellettuale riguardo le sue difficoltà. Lo sforzo di comprendere ciò che gli capita, in tutta la sua complessità, fornirà al paziente migliori possibilità per modificare i sintomi che prima non comprendeva è incrementerà la capacità per operare i cambiamenti che considererà benefici per la sua vita.