Dr. MAURIZIO C. DI PASQUALE​ PSICOLOGO PSICOTERAPEUTA
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Il lutto e la perdita

9/11/2015

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Quanti hanno sperimentato una perdita (di una persona o di un oggetto) sanno che questo genera dolore. Il dolore insito nella perdita però non è definibile in termini assoluti. Possiamo dire che quando si perde qualcosa di importante, ad esempio chi si ama, si viene a creare una situazione di vuoto e di disorientamento che pone delle problematiche in tutte le attività quotidiane. Accade di poter ascoltare qualcuno che si è appena separato presentarsi dicendo: “non riesco a farmene una ragione, entro in casa e ancora ho l’impressione che sia lì o che da un momento all’altro metterà la chiave nella serratura e entrerà dalla porta”. E questo vale anche per quanti abbiano perso loro stessi la decisione di separarsi. Il disorientamento e il vuoto però è anche una situazione che vivono coloro che sperimentano una perdita a seguito della morte della persona amata. Sebbene si tratti di due situazioni non completamente equiparabili hanno in comune il sentimento di perdita del senso della vita che si installa nell’animo di quanti abbiano affrontato situazioni simili. Si può quindi ascoltare: “so che è ora che me ne faccia una ragione ma è più forte di me, non lo posso superare”. Tale sentimento di dolore profondo e indefinibile lo possiamo ritenere del tutto naturale. In altre parole è molto comune e frequente che almeno una volta nella vita possa capitare. E questo vale anche, e non di rado, nelle coppie che vivono tutta una vita insieme e che sanno che prima o poi uno dei due morirà e lascerà l’altro solo.
Tutte le perdite si sperimentano nell’ inconscio come delle piccole morti, mi si passi l’espressione forte. Recuperare la gioia di vivere implica che si “viva” il lutto e si ristabilisca la capacità di desiderare. Quest’ultima va intesa come l’energia necessaria per affrontare le attività della vita quotidiana. Freud stesso definiva le persone normali coloro che possedevano le capacità (psichiche) di amare e lavorare. La proposta che fa la psicoanalisi è sempre l’esplorazione di tutte le vicende di perdita sperimentate dal soggetto affinché possano essere vissute come esperienze dolorose e una volta superate poter continuare a vivere senza dolore. Questo non significa che si debba soffrire anche di quelle esperienze che non ci interrogano ma spesso queste sono legate a quelle che portano il paziente a rivolgersi allo studio di un professionista. C’è da tener in conto infatti che ogni perdita lascia sempre un resto doloroso, un sedimento, che si collega al dolore inconscio della prima separazione che non è altro che la separazione dalla madre. Il lutto quando non si supera si trasforma in melanconia. In questa situazione infatti troviamo un totale rigetto del desiderio. Il desiderio è morto anch’esso tanto quanto l’oggetto è rigettato.
1 Comment
Phillip Mendez link
11/2/2022 05:27:12 pm

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    Maurizio Di Pasquale
    Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
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